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Pedone: è una grande delusione

11 Maggio 2015

Il presidente Alessandro Pedone, a destra, assieme all’ad e gm, Davide Micalich (foto Zamolo)

La pallacanestro può essere crudele e la Gsa Apu lo sa bene. Dopo aver dichiarato di volere l’A2, domenica scorsa al palaBenedetti è stata eliminata al primo turno play-off dalla Co.Mark Bergamo e la delusione è difficile da smaltire. A distanza di quattro giorni, il patròn Alessandro Pedone rompe il silenzio, facendo il punto della situazione.

Qual è la sua sintesi sul campionato? «Si tratta di una grande delusione, perché siamo partiti con l’idea di vincere, ma abbiamo fatto peggio dell’anno scorso. Tuttavia, sia chiara una cosa: come dice l’ad e gm Davide Micalich non si tratta del fallimento di un progetto, ma di un obiettivo sportivo».

Quindi non abbandona la barca? «No, perché dagli errori bisogna ripartire. Dobbiamo riconoscerli e ripartire, perché Udine c’è, i bilanci sono trasparenti e abbiamo grande forza d’animo».

Qual è la strategia di rilancio? «Innanzitutto dobbiamo far passare un po’ di tempo. Voglio analizzare con l’allenatore Corpaci, il team manager Nobile e lo stesso Micalich i motivi tecnici che hanno prodotto questo risultato. Gli errori commessi devono venire a galla».

Quali sono i principali? «Confermo la mia posizione: la squadra non mi è mai piaciuta, perché pur vincendo non ha convinto. Quando un nostro tifoso viene al palazzetto deve divertirsi e durante questa stagione è mancato lo spettacolo. Di Viccaro, imputato principale? No. Quella mia dichiarazione era lo sfogo di un patròn che ha investito tempo e denaro senza vedere risultati. Contro Bergamo lui è quello che mi ha deluso di più, ma non voglio farne un capro espiatorio. Ci sono stati altri problemi. Per esempio la tensione più volte citata da Corpaci. Non credo sia la motivazione principale, perché tutti i giocatori sono dei professionisti, già abituati a un certo clima. Forse Corpaci l’ha sentita troppo, perché voleva fare bene in nome della sua città».

Tuttavia contro Montichiari, a Cividale, qualcosa è successo. «Sì e credo sia giusto indicare quella partita come spartiacque. Agli occhi di tutti sono venuti fuori dei problemi di spogliatoio allora sconosciuti, ma il comportamento dell’allenatore nei confronti di Zacchetti e Zampolli è andato oltre, non facendoli più entrare in campo. Secondo me le punizioni sono compito che spetta alla società. E infatti li abbiamo multati».

Ma quindi pensa di cambiare organico? «Non posso ancora dirlo. Con Micalich effettuerò la programmazione di rilancio nelle prossime settimane, ma solo dopo aver analizzato gli errori. E solo alla fine saremo pronti per pensare alla nuova squadra.

Idee? «Una via di mezzo tra il programma casereccio dell’anno scorso e quello troppo razionalistico e analitico di quest’anno. Ma è ancora presto per andare nello specifico».

Un messaggio rivolto ai tifosi? «Accettiamo le critiche, perché è giusto che sia così. Gli errori commessi quest’anno ci devono unire più di prima, perché Udine se lo merita. Ora rimbocchiamoci le maniche».

tratto dal Messaggero Veneto